Quanto ti permetti di essere chi sei?

Quando qualcuno ti dice che “devi” fare qualcosa, o che “non puoi” fare qualcosa, ad esempio nel lavoro o in una relazione, comincia a chiederti di “chi” è questa credenza. Se ti rendi conto di averla spesso seguita anche tu, pur provando un malessere interiore (e spesso anche fisico) più o meno conscio, sii consapevole che non ti appartiene.

Quando veniamo al mondo siamo intonsi come una pagina bianca, non abbiamo nessuna idea preconcetta su quello che siamo, non siamo, possiamo o non possiamo fare. Questi condizionamenti ci vengono trasmessi, e se da un lato ci proteggono e ci danno un confine entro il quale sviluppare la nostra personalità, dall’altro a un certo punto diventano una gabbia che spesso rischia di soffocare la vera natura di ciascuno di noi. La nostra vera natura è fatta di libertà, di momenti vissuti in modo presente e consapevole, di scelte che tendono al benessere e alla felicità – non all’infelicità e all’autodistruzione.

La credenza secondo la quale “devi” comportarti in un certo modo o fare una “certa” scelta appartiene forse a tuo padre, a tua madre, alla società in cui vivi. Non a te. Perché il fatto è che TU PUOI. E che nulla è davvero un dovere, se non ciò che lo è verso di te. Il fatto è che ognuno di noi può avere la vita che vuole. Rompere la credenza sull’impossibilità di fare ciò che si desidera, a causa dei soldi, dei figli, del giudizio degli altri, ecc., è un atto profondamente liberatorio. La gabbia te la costruisci da solo, nessuno può davvero importela se non vuoi. Ed è tutta una questione di fiducia: quanto ti fidi del tuo stesso valore? Quanto ti fidi della vita, quanto ti senti degno di ricevere?

Il punto è tutto qui. Sei disposto ad aprirti al flusso dell’Universo, ad amarti e a permetterti di ricevere? Sei disposto a restituire e condividere con gli altri ciò che ti viene dato? Perché la verità è che quando ti allinei alla tua anima, le strade si aprono – e tutto arriva, nel modo più incredibile e inimmaginabile.

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